mercoledì 28 gennaio 2015

JONGHI SINDACO: avanti tutta!

 
 
 
 
Primarie di centro-destra per il Sindaco di Milano, sondaggio su Libero Quotidiano.

Il nostro candidato, fuori dai partiti e dagli schemi, ottiene un buon 12%, classificandosi terzo, dopo Salvini e Gallera, superando Lupi e De Corato. Si tratta certamente di un gioco virtuale ma anche di una chiara indicazione della forza potenziale della vera destra nazionale, popolare, sociale ed identitaria a Milano. In tanti, oggi, rosicheranno amaro e, da domani, i risultati saranno sicuramente falsati da chi, sta già acquistando (con soldi pubblici!) centinaia di copie di Libero, per superarci: ne abbiamo le prove ed i testimoni! Fatti loro, noi non bariamo e non siamo dei mestieranti dei partiti: siamo sereni e determinati, radicati sul territorio e certi del nostro reale consenso!

Mario Mazzocchi Palmieri
v.Presidente di Progetto Nazionale - Grande Milano
Comprate, tutti i giorni, Libero Quotidiano, compilate l'apposito modulo, fotografatelo (pubblicando la foto sulla pagina Facebook di Libero Quotidiano Milano), ritagliatelo e speditelo, via posta, in busta chiusa, alla redazione in Viale Majno 42, 20129 Milano. Per maggiore sicurezza, meglio se pubblicate la foto del vostro voto anche su questa nostra pagina di Facebook). Avanti tutta!

sabato 24 gennaio 2015

Grande Milano su Libero Quotidiano: Roberto Jonghi candidato sindaco!

 

 Abbiamo deciso, tra il serio ed il faceto, di partecipare al“gioco virtuale” delle elezioni primarie, organizzato da Libero Quotidiano, per indicare il prossimo candidato sindaco di centro-destra a Milano. Lo facciamo con un nostro candidato di bandiera: ROBERTO JONGHI LAVARINI, storico esponente della destra missina milanese, già Consigliere e Presidente di zona, con 13 anni di esperienza nella amministrazione pubblica comunale, uomo libero e coerente che, a differenza di tutti gli altri candidati in campo, è militante politico ma non mestierante della partitocrazia. La nostra è un candidatura autorevole ed indipendente, fortemente identitaria ma decisamente trasversale, certamente provocatoria ma assolutamente convinta, perché vogliamo, attraverso lo strumento delle elezioni primarie, rinnovare e ricostruire il centrodestra, secondo rigorosi criteri di partecipazione, trasparenza e meritocrazia. Non solo partecipiamo alla iniziativa di Libero ma siamo pronti alla vera sfida delle elezioni primarie del centrodestra: nostro obbiettivo è cacciare il comunista Pisapia, ed i suoi sinistri compagni di merende, dal Comune di Milano, ridando sicurezza, fiducia e benessere ai milanesi.

Alessandro Romei Longhena
Presidente Onorario Associazione Culturale GRANDE MILANO,
(aderente al Laboratorio Politico Progetto Nazionale)

http://www.progettomilano.it/

Ecco come fare a sostenerci: Comprate Libero Quotidiano, compilate l’apposito modulo, fotografatelo e pubblicatelo e-o inviatelo sulle pagine Facebook di Libero Quotidiano Milano e di Progetto Nazionale Milano. Altrimenti, potete ritagliare il tagliando ed inviarlo, via posta, alla redazione di Libero Quotidiano: VialeMajno 42, 20129 Milano.

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martedì 20 gennaio 2015

Assemblea Nazionale a Verona.


 
Il circolo GRANDE MILANO di PROGETTO NAZIONALE
 
sarà presente, in forze, alla Assemblea Nazionale di Verona, con il proprio direttivo e con un bel gruppo di militanti. Partenza sabato mattina in pullman, pranzo in trattoria tipica e rientro in serata.
 
Informazioni ed adesioni: progettonazionalemilano@gmail.com
 
 


Ritornare avanti!

 
PROGETTO NAZIONALE è un soggetto relativamente nuovo (nasce nell’estate del 2010), a metà strada tra l’associazione culturale e il laboratorio politico, inizialmente sorto all’interno dello storico partito Movimento Sociale Fiamma Tricolore (2010), ma in seguito staccatosene ed ora vivente di vita propria.
Presidente nazionale è il vicentino Piero Puschiavo.
Siamo una associazione di Uomini, di Idee e di Volontà.
 
RIPARTIRE DAL TERRITORIO
Per Progetto Nazionale il tema del territorio è centrale, per questo si struttura in snelli circoli territoriali. Nostro proponimento è di ritornare ad assegnare la giusta importanza al territorio e alla competizione locale, senza mai abbandonare comunque la visione d’insieme, nazionale ed internazionale.
La miopia d’una certa “destra” romano-centrica, a conduzione “famigliare”, ha portato a sottovalutare il territorio e l’importanza di innervarvi il consenso, regalandolo così di fatto ad altri soggetti politici il cui successo e radicamento tra la gente, a livello locale, viene usato ipocritamente come alibi da certa “destra” politica per mascherare le proprie pluridecennali inadeguatezze e i propri tradimenti rispetto a battaglie che avrebbero dovuto esserle proprie (l’avvento del mondialismo, lo strapotere finanziario, l’immigrazione di massa, le delocalizzazioni, il terrorismo fiscale, solo per citarne alcuni). Troppo si è trascurato il ruolo potenzialmente formidabile degli amministratori locali (sindaci in primis) come motore politico o come polmone supplementare negli inevitabili momenti di difficoltà a livello nazionale, per una “destra” incapace di cogliere l’enorme differenza che corre tra l’elezione di un sindaco e quella di un primo ministro.
 
A CHI CI RIVOLGIAMO
Progetto Nazionale si rivolge a quanti credono che gli individui non esistono al di fuori delle comunità; a quanti non si identificano nell’inflazione della «politica dei diritti»; a coloro che non accettano la disgregazione in atto delle strutture sociali; a coloro che rifiutano il liberismo come filosofia politica che provoca l’atomizzazione sociale, legittimando la ricerca da parte di ognuno del maggior interesse, restando così insensibile ai concetti d’appartenenza, di bene comune e di valori condivisi; a quanti si ribellano ad una società ridotta a supermercato; a coloro che non si sentono più rappresentati dai partiti di plastica, lontani dai cittadini e dal territorio.
 
L’OPZIONE ELETTORALE
Premesso che la nostra classe sociale è quella degli Italiani, il nostro partito è l’Italia e i nostri colori sono quelli della bandiera nazionale, va chiarito che Progetto Nazionale non è un partito politico, che noi non viviamo quindi la politica consumati dall’assillo elettorale, ma anche che è nostra ferma intenzione non precluderci nulla.
Certo è che, essendo assolutamente animati da una volontà partecipativa e da spirito propositivo, siamo estranei a logiche (auto)ghettizzanti e alla politica urlata. Per questo seguiamo con grande attenzione le dinamiche politiche (sia locali che nazionali) pronti a fare, di volta in volta, le nostre valutazioni, a mettere in campo le nostre strategie e ad operare le nostre scelte, ivi comprese quelle elettorali laddove e qualora lo riterremo giusto.
 
IL METODO E LA FILOSOFIA
Siamo convinti che talune idee e proposte, affermate con toni pacati ed intelligenti all’interno delle istituzioni possano spesso arrivare assai più lontano di quelle sbraitate fuori.
Crediamo ad una Politica che sia al contempo di indirizzo e di servizio, cercando di mantenere una visione spirituale, eroica ed agonistica della vita.
Crediamo che anche per una realtà associativa - qual è Progetto Nazionale - nel suo percorso di impegno civico e di passione per la Polis sia possibile porsi come soggetto politico nelle dinamiche locali, continuando a difendere il proprio diritto di pensare “differente”, di costruire e di conquistare il nostro futuro.
Etica, responsabilità, sacrificio, disponibilità, presenza ed impegno costante sono le cifre politiche che contraddistinguono l’operare dei nostri rappresentanti ed amministratori locali di riferimento che siamo fino ad oggi riusciti a far eleggere.
Centrati sulle nostre idee cardine, siamo aperti al confronto e al dialogo, mentre non crediamo nella logica della contrapposizione a prescindere. Alla negazione preferiamo di gran lunga l’affermazione.
 
COSA VOGLIAMO
Progetto Nazionale vuole: riportare il baricentro del potere all’interno della Nazione e la politica al vertice del potere. In sostanza: SOVRANITÀ! Sovranità nazionale in tutte le sue declinazioni: politica, monetaria, economica, militare…al servizio del Popolo.
 
Le priorità per Progetto Nazionale sono, sinteticamente:
- la lotta all’economia virtuale, finanziaria e speculativa. L’economia dev’essere subordinata a fattori extraeconomici; politica ed economia devono sì armonicamente interagire, ma il primato resta al politico che ha il dovere di porre gli indirizzi. Sosteniamo il diritto/dovere dello Stato – ed eventualmente anche di una UE fondata su altri postulati rispetto agli attuali – di stampare in proprio la moneta. Proponiamo il ritorno alla sovranità monetaria, con la proprietà popolare della moneta. Denunciamo la dittatura bancaria e le sue pratiche parausuraie, con i drammi (povertà, lavoro precario, pensioni minime…), le influenze negative (di carattere psichico, sociale e culturale) da assillo economico che ne derivano (l’angoscia da rata, da scoperto di conto corrente, da pignoramento, da sfratto, da banca dati della puntualità dei pagamenti…). Le banche devono tornare a fare le banche! E devono farlo tornando a legarsi al territorio, raccogliendo i risparmi dei risparmiatori ed impiegandoli per finanziare le piccole, medie imprese industriali, artigianali o agricole;
- la tutela e l’affermazione della nostra Identità che è tanto locale quanto italiana ed europea. Questo aspetto relativo al tema delle specificità e delle differenze, delle origini e del futuro, passa sia dall’ambito della conoscenza e della promozione culturale sia da quello politico con la ferma opposizione al fenomeno immigratorio, per noi negativo (per gli stessi immigrati, per i loro Paesi d’origine e per quelli che li devono accogliere) e tutt’altro che spontaneo, ma indotto per inconfessabili interessi multinazionali e geo-strategici (che in questo momento mirano tra l’altro all’indebolimento ulteriore dell’Italia e dell’Europa); l’”affare immigrazione” deve essere tolto dalle grinfie del sottobosco parassitario e sfruttatore (di qualsivoglia parrocchia politica e religiosa) che lo gestisce, e governato con regole chiare e rigidissime direttamente tra Stati, con accordi bilaterali e progetti di cooperazione e di crescita;
- le politiche energetiche di affrancamento all’egemonia del petrolio, che vadano nel senso di una diversificazione delle fonti di approvvigionamento, non esclusa l’opzione nucleare;
- gli investimenti, indispensabili e strategici, nello studio, nella ricerca e nello sviluppo, affinché tornino a supportare la competitività e l’eccellenza del genio italiano, e senza dei quali non può esservi rilancio e innovazione nel lungo periodo;
- una urgente riforma della Giustizia, che va resa efficiente, rapida (pur nel rispetto delle garanzie del nostro ordinamento giuridico) e libera dalle pressioni di una fascia della magistratura politicizzata e ostinatamente aggrappata ai propri privilegi;
- uno sguardo sempre attento al panorama geopolitico e strategico globale, sguardo indirizzato più alla Russia che agli Usa, più all’Eurasia che all’attuale Europa dei mercanti e dei mercati.
Ardui cimenti per uomini liberi, onesti e coraggiosi, che auspicano di trovare sul loro cammino volonterosi compagni di strada, forze giovani e competenti, che abbiano il bene comune della nostra Nazione e delle sue Genti come riferimento sulla propria bussola politica.
Al di sopra dei veleni, delle dicerie, del chiacchiericcio, delle cretinerie, dell’idiozia, ma soprattutto senza necessità di compiacere alcuno e senza paura di dispiacere a tutti…

Direzione Nazionale

"Strategie fallaci"...

 
 
Quanto accaduto a Parigi ha colpito la sensibilità e l’immaginario dei più. Al di là della generale indignazione e del diffuso cordoglio per le vittime, non possiamo però esimerci dal fare alcune considerazioni a mente fredda, distanti e distaccati dall’onda emotiva, nella consapevolezza che, non da oggi, ci sono ambienti che hanno tutto l’interesse – politico, economico e culturale - a creare e ad alimentare il cosiddetto “scontro di civiltà” tra quello che si definisce “Occidente” (gli Usa e le sue proiezioni nel mondo a partire dall’Europa) e l’Islam (o meglio il composito e complesso mondo musulmano).

 
È innegabile il fatto che esiste un problema nell’Islam (le varie centrali terroristiche), ma è oltremodo sbagliata e pericolosa l’equazione Islam=terrorismo o Immigrazione=Islam, frutto di analisi superficiali, ingenue e distorte, che giocano a favore dei registi del terrore.
 
Prendiamo le distanze dai seguaci di idee fallaci, piene di odio, frutto del pensiero e della penna di una Oriana che italiana lo era solo di nascita, attenta a salvaguardare e a promuovere le teorie neocon, che tanti sodali trovano oggi in Europa e anche nel nostro Paese, distratti e raffazzonati interpreti che pullulano tra i vari movimenti e partiti sedicenti identitari, capitanati da pseudo leader che in maniera piuttosto grezza e becera blaterano di immigrazione-Islam-religione senza la benché minima cognizione di causa.
 
Da sempre siamo e saremo contro il Mondialismo, e ci opponiamo e ci opporremo ad uno dei suoi più nefasti effetti: l’immigrazione. L’immigrazione di massa e incontrollata, che arreca gravi e sempre più incolmabili danni sociali, culturali ed economici all’Italia, che più di tutti all’interno dell’Unione Europea subisce e patisce un fenomeno che ci vorrebbero far apparire “normale”, “naturale” ed “irreversibile”.
 
Nella visione laica e non teocratica dello Stato (che non significa ignorare l’importanza e la necessità dell’elemento religioso e spirituale), non ci perderemmo in diatribe religiose e di condanna di una confessione rispetto ad un’altra.
 
Non saremo noi a confondere e a sovrapporre il criminale disegno immigratorio di sradicamento dei popoli con aspetti religiosi.
 
Non saremo certo noi a scaricare sull’alibi islamico di turno il vuoto e la fiacchezza di un’Europa smarrita, tutta arroccata nell’ipocrita difesa di presunte e velleitarie “libertà”, a partire da quella d’espressione (ignorando che proprio in Europa non mancano strumenti legislativi vergognosi atti a reprimere la libertà d’espressione delle idee!); un’Europa incapace, in tutta la sua tronfia prosopopea progressista, di riconoscere il fallimento del modello di integrazione. Perché possiamo pure fingere di non vederlo e di non comprenderlo, ma i terroristi con cui dobbiamo fare i conti sono sempre più spesso allevati in seno a questa Europa e ai suoi strombazzati “valori occidentali”; possiamo fingere di non vedere e non comprendere che l’immigrazione così come la stiamo subendo funge anche da vettore di terroristi reali e potenziali; ma tutta questa finzione, tutta questa incomprensione, non cambieranno una realtà con cui dovremo sempre più drammaticamente fare i conti.
 
Tornando agli eventi drammatici e sanguinosi di Parigi, mentre c’è chi si chiede del perché qualche giorno prima era stata tolta la scorta fissa di una camionetta, a guardia della redazione del giornale, lasciando un solo poliziotto, nonostante Charlie Hebdo risultasse un obiettivo sensibile, o chi si sofferma sull’auto o sulla scarpa perduta e sulla superficialità di chi ha agito, o chi intende scandagliare eventuali perizie balistiche sospinto da uno spirito alla Sherlock Holmes, noi vogliamo cercare di inquadrare a chi giovano simili azioni e quali obiettivi strategici possono celarsi dietro tali strategie.
 
Non dobbiamo dimenticare che negli anni ’70, il nostro Paese fu teatro della famigerata ‘strategia della tensione’, messa in atto con l’obiettivo principale di ‘destabilizzare l’ordine pubblico per stabilizzare l’ordine politico’ attraverso la creazione ed infiltrazione di gruppi pseudo-terroristi, pronti a qualsiasi tipo di azione; con lo scopo appunto di disseminare il terrore ed il caos tanto da giustificare misure repressive e di monitoraggio tali da garantire il totale controllo.
 
Che sia proprio diffondere la paura ed il caos tra la popolazione l’obiettivo principale, creare il caos a tal punto che successivamente qualcuno possa proporre e stabilire un nuovo ordine, magari attraverso la proclamazione di uno stato di emergenza?
 
Sicuramente l’effetto è devastante; impaurire la popolazione, sensibilizzare e mettere insieme tutti i governi europei, allineati sulle stesse posizioni, spingendoli alla convinzione che per salvaguardare casa loro magari sia necessario intervenire in altre parti del pianeta.
 
L’obiettivo potrebbe essere quello di portare e coinvolgere l’Europa intera in un nuovo intervento in Medio Oriente, magari partendo dalla Siria che, a differenza dell’Afghanistan, dell’Iraq e della Libia, sta creando grossi problemi a chi pensava di liquidarla in pochissimo tempo, sebbene con l’ausilio dell’Isis; quello che succede in Medio Oriente non è casuale, così come non lo è l’Isis.
 
In questo scenario potrebbero essere coinvolte anche Russia e Cina, in contrapposizione all’Occidente, contro un’Europa che fatica a comprendere le sole sanzioni economiche alla nazione di Putin, ma che si trova sospinta e quasi costretta dalle pressioni americane ad assumere questa posizione.
 
Il fine è sempre più chiaro, portare tutti sull’orlo del baratro affinché l’assetto di potere mondiale venga ridisegnato e mantenuto sotto il controllo dei padroni globali.
 
Forse appariranno dietrologie o analisi azzardate, ma riteniamo sia legittimo porsi delle domande profonde ed importanti; delle domande che non sottovalutino la pericolosità del terrorismo, ma che non cadano nelle facili tentazioni di identificazioni sbagliate tra cause ed effetti, tra registi e strumenti, tra copioni ed attori.
 
Alla luce di questo rimane sempre più necessario che l’Italia ritorni ad essere protagonista in Europa, un’Europa che non può rimanere più oggetto delle decisioni altrui; bensì deve ridisegnare la propria sovranità e divenire soggetto protagonista degli scenari strategici mondiali, attraverso la strada della diplomazia e del dialogo amichevole, della collaborazione e cooperazione commerciale con la Russia, così come con i Paesi del Nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo e quelli del medio Oriente, perseguendo così le proprie naturali propensioni geopolitiche.
 
Solo così sarà possibile affrontare e fornire risposte decise e risolute al fenomeno immigratorio, senza perdersi in fallaci soluzioni, peggiori del male che si vorrebbe combattere.
 
Manuel Negri
Responsabile linea politica
Progetto Nazionale

lunedì 19 gennaio 2015

PATRIA e ONORE: Marò liberi !


Filosofia della Tradizione...


Arte, politica e manipolazione...


 
SIAMO SICURI DI POTER ESERCITARE IL NOSTRO LIBERO ARBITRIO O LE NOSTRE SCELTE VENGONO INDIRIZZATE,PERSINO NELL'ARTE?
"ALEX"

Questo è sicuramente il principale interrogativo che ci si pone ,leggendo l'interessantissimo libro di Frances Stone Saunders " Gli intellettuali e la Cia",pubblicato da Fazi Editore,opera definita dal Wall Street Journal "un contributo di enorme importanza alla comprensione della storia del secondo dopoguerra".

L'interrogativo coinvolge quindi anche il mondo dell'arte.

Truman sosteneva che " i maestri olandesi fanno apparire i moderni per quello che sono,imbrattatele e guastamestieri".

Dopo la II° Guerra,a Washington si resero conto che la supremazia artistica e culturale europea era schiacciante,come poterla quindi contrastare?  Decisero così che l'espressionismo astratto sarebbe diventato il veicolo delle nuove responsabilità imperiali. In particolare Jackson Pollock fu scelto come rappresentante principale di questa nuova rivelazione nazionale. Nato in un ranch del Wyoming,dove si allevavano pecore,era l'incarnazione della virilità,un vero cow boy. Sviluppò una tecnica chiamata " action painting",che consisteva nel distendere grandi tele sul terreno e nel farvi gocciolare sopra i colori.

L'America era ormai diventata il centro del mondo dal punto di vista politico e finanziario e ne sarebbe dovuta diventare anche il centro culturale. Ecco quindi scendere in campo la Cia che,per perseguire i suoi obbiettivi,si rivolse al privato,ovvero al Moma ( Museum of Modern Art di New York,fondato nel 1929 da Abby Caldrich Rockfeller,madre di Nelson Rockfeller,che,fra l'altro,durante la II° Guerra Mondiale,guidò la Cia in America Latina). Del resto i Rockfeller si dedicarano all'arte per far dimenticare la terribile repressione del 1914,finita nel sangue,con decine di morti fra i quali donne e bambini,dei minatori delle loro miniere di carbone di Ludlow,Montagne Rocciose,fra le vittime molti immigrati italiani.

Nel tempo Nelson Rockfeller riempì le sedi della sua Chase Manhattan Bank con più di mille opere d'arte contemporanea e d'avanguardia.  Fin dal 1941,il MOMA aveva acquistato opere di Gorky,Calder,Frank Stella,Pollock,Stuart Davis,Adolph Gottlieb...etc..,in più nel 1944 vendette opere del XIX° secolo per acquistare opere del XX° secolo.

Il MOMA fu quindi collegato al programma governativo americano di guerra culturale segreta?   Eva Cockfrot nel 1974 scrisse un articolo per " Artforum" intitolato " Espressionismo astratto : arma della guerra fredda",nel quale l'autrice sostenne che in termini di propaganda culturale gli obbiettivi dell'apparato culturale della Cia ed i programmi internazionali del MOMA si sostennero reciprocamente.  La Stone Saunders scrive che,se si scorrono i nomi dei membri dei vari comitati del MOMA,si scopre una proliferazione di collegamenti con la CIA.

Eisenhower,diversamente da Truman,riconobbe il valore dll'Arte Moderna come " pilastro della libertà" e l'Arte Astratta come " sinonimo di democrazia".

Vi fu quindi una stretta collaborazione fra il MOMA ed il Congresso Per La Libertà Della Cultura,organizzato dall'agente CIA,Michael Josselson fra il 1950 ed il 1967. Nel Comitato Per Le Arti del Congresso sedevano i direttori dei principali musei europei,del resto la propaganda culturale era proprio rivolta all'Europa Occidentale,per influenzarne anche i gusti estetici.

Tutto ciò inserito in un ampio programma di guerra psicologica,nome in codice " PACKET",per la conquista delle menti e della volontà degli uomini,per poter vincere la III° Guerra Mondiale,senza combatterla. in sostanza gli strateghi del piano " Packet " hanno prodotto,nei laboratori della guerra psicologica,le idee che dovevamo professare e persino le emozioni che dovevamo sentire. Poi le hanno diffuse attraverso il cinema,la letteratura,la pittura,la musica,i giornali,la televisione e l'arte. In sostanza ci hanno messo in testa delle idee che condividiamo o dovremmo condividere!!!

Un vero e proprio TOTALITARISMO DEMOCRATICO,cercando di non far mai apparire che si trattava di PROPAGANDA !!!

Concludendo...i gesuiti...tramano ad majorem Dei gloria,gli artisti diventano propagandisti di trame con mire imperiali...il genio ne esce malconcio,di autentico c'è pochino,ma la verità rende liberi!

P.S. Comunque anche negli Usa vi era chi pensava diversamente. Ad es. George Dondero,un repubblicano del Missouri,che dichiarò che " tutta l'arte moderna è comunista"..." il cubismo mira a distruggere con un disordine calcolato ,il futurismo mira a distruggere con il mito della macchina,il dadaismo vuole distruggere con il ridicolo,l'espressionismo...scimmiottando il primitivo e lo psicotico,l'astrattismo pretende di distruggere attraverso la confusione mentale,il surrealismo vuole distruggere con la negazione della ragione".

Invece Abby Aldrich Rockfeller sosteneva : " i rossi smetterebbero di essere rossi se valorizzassimo e riconoscessimo i loro meriti artistici".

In tutto ciò,nel 1960 Mark Rothko si suicidò;alcuni suoi amici ritennero si fosse ucciso,perchè non riusciva a sostenere la contraddizione di essere stato inondato di ricompense materiali per opere che " urlavano la loro opposizione al materialismo borghese"!                                                                         

 

 

 

venerdì 16 gennaio 2015

Iniziamo a FARE FRONTE, partendo da Milano!

 
Grande successo, di qualificato e numeroso pubblico, per l’incontro con l’eurodeputato leghista  On. Mario Borghezio,  dal titolo “Fare Fronte per l’Europa dei Popoli”, organizzato dal circolo Grande Milano di Progetto Nazionale, tenutosi, ieri sera, presso la libreria Ritter di Via Maiocchi 28, luogo storico e simbolico della tradizione e della cultura antagonista, gestito dall’infaticabile Marco Battarra.
 
Oltre al vulcanico deputato europeo, sono intervenuti:  l’Avvocato Tullio Trapasso (dirigente del Fronte Nazionale di Adriano Tilgher, fra i promotori delle “rivolte popolari dei forconi” in Lombardia), Massimiliano Bastoni (consigliere comunale della Lega Nord), Roberto Jonghi Lavarini (presidente del circolo Progetto Nazionale-Grande Milano), il Professor Massimo Grecchi (geologo, fisico ed ingegnere, scrittore e musicista, promotore del gruppo futurista Sinergie-Altavia) e il Dott. Fausto Montrone (presidente del Movimento Meritocratico, già consigliere comunale e dirigente di Alleanza Nazionale). Dopo una attenta ed approfondita analisi della situazione politica nazionale ed internazionale, Borghezio e gli altri oratori hanno convenuto sulla assoluta necessità di “marciare divisi per colpire uniti”, con l’obbiettivo di costruire, anche in Italia, un nuovo e grande “fronte nazionale”, come quello francese di Jean Marie e Marine Le Pen, che unisca le migliori forze patriottiche, sociali ed identitarie.
 
A tal fine, per passare, subito, dalle belle parole, e dai soliti buoni propositi, ai fatti concreti, si è deciso:
 
1) La organizzazione di una serie di Convegni di Geopolitica (su Eurasia e mondo islamico) ed economia (su sistema finanziario, bancario e monetario);
 
2) Il lancio politico ed editoriale di un giornale mensile (sia online che cartaceo a diffusione militante) di informazione ed approfondimento;
 
3) La realizzazione di un Corso di Formazione Politica (di altissimo livello, con la partecipazione di docenti provenienti da tutta Europa, aperto ma solo su iscrizione);
 
4) La costituzione di commissioni tematiche che, in vista delle prossime elezioni comunali di Milano, elaborino, a stretto contatto con i consiglieri di zona, la popolazione e le associazioni di categoria, proposte concrete per il rilancio e lo sviluppo della Città Metropolitana.

Dal pubblico, hanno preso la parola anche Gianluca Padovan (ricercatore, speleologo e scrittore, autore di diversi libri, ultimo “Milano Celta”) ed il Prof. Fabrizio De Marinis (filosofo dannunziano e giornalista). In sala, oltre a tutto il direttivo del circolo (il presidente onorario, conte Alessandro Romei Longhena, il vice presidente, Mario Mazzocchi Palmieri, l’Ing. Giada Arioli, la dott. Monica Comandulli, il primo Capitano Francesco Lauri, il Dott. Giulio Livoni, presidente della Mutua Sociale Ambrosiana, l’Avv. Simone Andrea Manelli, Gianfranco Stefanizzi ed il Dott. Giovanni Trombetta), erano presenti anche Mauro Melchionda, Pierangelo Pavesi (ricercatore storico e scrittore), gli avvocati Roberto Bertoncelli e Roberto Sforni, Stefano Maricelli e Giuseppe Costi.

Alla fine dell’incontro, Mario Borghezio ha pubblicamente spiazzato (positivamente) i presenti, chiedendo ufficialmente di aderire a Progetto Nazionale. Quindi, a lui ed all’Ing. Romulus Popescu (Presidente della Associazione Romeni in Italia di Milano), il presidente Roberto Jonghi, ha dato la tessera onoraria della Associazione Culturale Grande Milano (primo circolo milanese di Progetto Nazionale).
 




giovedì 15 gennaio 2015

In difesa della FAMIGLIA naturale e tradizionale.


Arte e Cultura


GEOPOLITICA


Intervista a Roberto Jonghi (Progetto Nazionale).



 
Intervistiamo Roberto Jonghi Lavarini, battagliero esponente di Progetto Nazionale, movimento di destra vicino alla Fondazione Ricostruiamo il Paese di Flavio Tosi ed alla nuova Lega di Matteo Salvini.

14 gennaio 2015

Voi siete stati fra i primi a sollevare il problema dell’Islam in Europa, quale è il suo commento ai tragici fatti di Parigi?

L'Islam è del tutto incompatibile con la nostra civiltà europea e cristiana, punto. Detto questo, sinceramente, io ho profondo rispetto per tutti i popoli, le loro culture e credenze religiose, ma gli immigrati che vengono a casa nostra, hanno il preciso dovere di rispettare le nostre leggi e le nostre tradizioni, adeguandosi ai nostri usi e costumi. Noi siamo i padroni di casa, questa è la nostra patria, la terra dei nostri padri, dobbiamo ricordarcelo e farci rispettare: chi, ad esempio, non vuole presepi e crocefissi, se ne torni pure da dove è venuto!

Alla grande manifestazione parigina popolo e capi di stato si sono stretti intorno a Charlie Hedbo ma mancava Marine Le Pen...

Condanno assolutamente, in maniere netta ed inequivocabile, il vigliacco attentato terroristico ma non difendo affatto quel provocatorio e volgare giornale, comunista e giacobino, che offende tutti i simboli sacri, compresi quelli cristiani. Io sostengo la vera libertà di pensiero, ricerca, opinione ed informazione, anche di satira ma non quella di insulto e bestemmia! Marine Le Pen ha fatto bene a differenziarsi dalla schifosa ipocrisia di Hollande e Sarkozy che sono complici sia della invasione di immigrati, che del lassismo multirazziale che delle sedicenti "primavere arabe" che hanno scatenato il fondamentalismo ed il terrorismo islamico.

Quindi, secondo voi, l'occidente è corresponsabile di questa situazione internazionale di instabilità politica, violenza e paura?

Certamente si. Gli USA e i suoi alleati vassalli, da un punto di vista geopolitico, hanno sbagliato tutto, hanno attaccato i regimi laici di Iraq, Libia e Siria e preso di mira l'Iran sciita, quando è risaputo e provato che il terrorismo nasce, viene sostenuto, finanziato ed armato dall'Arabia Saudita (mussulmana sunnita wahabita e salafita), dal Qatar e dallo Yemen. La plutocrazia mondialista è affarista quanto ingannatrice: questi politicanti, servi dei banchieri, parlano di democrazia e libertà ma pensano solo ai loro interessi economici privati, al petrolio ed al gas, a derubare i popoli della loro identità e sovranità, quindi delle loro ricchezze. 

 

mercoledì 14 gennaio 2015

Lo studio di Roberto Sforni sulla filosofia politica di Franco Freda.



Il blog del comitato "Europa dei Popoli" ha pubblicato, per intero, l'interessante ed appassionata  ricerca dell'Avvocato Roberto Sforni sulla filosofia politica di Franco Giorgio Freda.
 
"Freda: il filoso della disintegrazione" (opera edita, nel 2012, da Collana Politica)
 
 
 

lunedì 12 gennaio 2015

Fare Fronte per l'Europa dei Popoli.

 

Progetto Nazionale incontra l'eurodeputato Mario Borghezio: Fare Fronte per l'Europa dei Popoli, contro l'immigrazione, il terrorismo islamico e la plutocrazia mondialista. Giovedì 15 gennaio, ore 18.30, allo Spazio Ritter di Milano. Intervengono: Massimiliano Bastoni, Marco Battarra, Massimo Grecchi, Roberto Jonghi Lavarini, Fausto Montrone e Tullio Trapasso.

venerdì 9 gennaio 2015

Roberto Jonghi (Progetto Nazionale) in Televisione.


 
Roberto Jonghi Lavarini (presidente della associazione culturale Grande Milano, circolo del CNSF e di Progetto Nazionale) ha partecipato, come "libero opinionista di destra", alla trasmissione televisiva "Forte e Chiaro", condotta, su Telelombardia - Intelligo TV, dal noto giornalista Roberto Poletti. Nella puntata si è parlato della grave crisi economica e sociale, del governo Renzi, delle nuove forme di povertà e della diffusione della prostituzione che, secondo Jonghi (PN) andrebbe assolutamente legalizzata, regolarizzata e tassata, a tutela di clienti ed operatrici, combattendo duramente lo sfruttamento, l'immigrazione clandestina e l'intollerabile ed osceno degrado di molte zone delle nostre città.
 



Innanzitutto la SOVRANITA' nazionale, popolare, economica e MONETARIA!

9 dic 2014
SENZA SOVRANITÀ MONETARIA CI PUÒ SOLO ESSERE LA RESA INCONDIZIONATA ALLA DITTATURA DEL POTERE FINANZIARIO

 La crisi economica che si è abbattuta sul popolo italiano è stata creata dalla speculazione finanziaria internazionale. Ciò nonostante la gestione del governo e dell’economia è stata sinora affidata proprio ai rappresentanti di quella speculazione, che hanno tutelato il sistema bancario facendo pagare il conto ai cittadini e trasformando un fenomeno finanziario internazionale in una grave recessione nazionale.
 
Inoltre, l’aver piazzato metà del debito pubblico sul mercato internazionale espone l’Italia ad ogni tipo di ricatto da parte del sistema bancario, delle agenzie di rating e della BCE, un’istituzione la cui proprietà, in grande maggioranza, è in mano alle banche private.
 
L’euro, una moneta imposta dall’alto, senza passare attraverso un referendum popolare, è uno strumento finanziario controllato non dalle nazioni europee, ma da banche private che, per loro natura, agiscono mirando ai propri interessi e non al benessere dei popoli.
 
Anche la Banca d’Italia è un’istituzione di proprietà delle banche private: solo il 5,67% delle sue azioni attualmente appartengono a enti di Stato.
 
Per tutto questo nessuna riforma economica, nessun provvedimento di governo, nessun risultato elettorale, nessun referendum sull’euro, può risultare efficace se non si ottiene innanzitutto la SOVRANITÀ MONETARIA.
 
Chiediamo quindi:
 
Abrogazione degli accordi del luglio 1981 tra l’allora ministro del Tesoro Nino Andreatta e il governatore Carlo Azeglio Ciampi. In base ad essi fu sancito il diritto della Banca d’Italia a non sottoscrivere – sia parzialmente che in toto – i titoli emessi dallo Stato, costringendo il governo a mettersi nelle mani del mercato internazionale. Con quegli accordi la Banca d’Italia smise il ruolo di prestatore di ultima istanza dello Stato italiano e il nostro debito pubblico cominciò a crescere dal 57% del PIL fino all’attuale 129%.
 
Abrogazione della Legge Carli, n. 35 del febbraio 1992, con la quale si attribuì alla Banca d’Italia la facoltà di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo concordare col governo. Con ciò fu trasferita la decisionalità su tutta la politica monetaria ad un ente che di lì a poco, grazie alle privatizzazioni, sarebbe divenuto di proprietà del sistema bancario privato.
 
Immediata applicazione della Legge a tutela del risparmio e per la disciplina dei mercati finanziari, n. 262 del 28 dicembre 2005. Al punto 10 dell’articolo 19, essa disponeva che entro il gennaio 2009 tutte le quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia dovevano essere trasferite dai soggetti privati ad enti di Stato. Tale disposizione, a seguito della mancata realizzazione dei previsti regolamenti attuativi, fino ad oggi è rimasta lettera morta.
 
Ridiscussione di tutte le norme monetarie europee, a partire dal Trattato di Maastricht, nell’ottica del riacquisto della sovranità finanziaria e monetaria.
 
Senza la riconquista di una completa e operativa sovranità monetaria e di un ricollocamento del debito pubblico all’interno dell’economia italiana, qualsiasi tentativo di uscire dalla crisi è destinato al fallimento. Qualsiasi alternativa, qualsiasi cambiamento non può avere efficacia. Senza sovranità monetaria ci può essere solo la resa incondizionata alla dittatura del potere finanziario.
 

Manifesto per una "LEGA NAZIONALE"...

Roberto Jonghi Lavarini ed il direttivo di Progetto Nazionale Milano hanno sottoscritto il manifesto per una Lega Nazionale, presentato dalla omonima associazione culturale.
 
 
 
 
Un laboratorio di sovversione mondiale lavora per la perversa distruzione di ogni cultura, di ogni identità, di ogni giustizia sociale, di ogni differenza territoriale, linguistica e storica, di ogni assetto umano già fondato sulla libertà individuale, sulla solidità della famiglia, sulla centralità e solidarietà di ogni parte della comunità nazionale.
 
L’arma brandita da questo “laboratorio della distruzione” è la feroce iniezione di massicce dosi di un pensiero unico ispirato a pseudo-modelli “universali” di finto egualitarismo culturale, sociale ed economico, imposti a una società di massa rassegnata e narcotizzata, ed estranei ai nostri costumi, valori, ideali, speranze.
 
Il suo inconfessabile obiettivo è l’annientamento dei popoli, soprattutto se forti di una civiltà e di un destino comune.
 
E’ fondamentale dovere, di ogni uomo libero e di ogni forza sociale ancora gelosa e fiera della propria indipendenza e creatività, contrastare questa strategia della distruzione nelle sue molteplici manifestazioni.
 
Nostro è il dovere di ricostruire l’identità e la solidarietà di popolo.
 
Innanzitutto rovesciando le nefaste politiche di decrescita demografica e di coatta immigrazione-invasione che hanno quale scopo comune la distruzione del tessuto identitario e socio-economico delle nostre genti.
 
L’accoglienza indiscriminata di moltitudini sradicate dalle proprie culture, provocata dalla continua propaganda in favore di un falso umanitarismo spacciato come “espiazione” di presunte colpe ancestrali, è una politica criminale, e per noi suicida, che conduce all’ineluttabile rottura di quel “contratto sociale” che ha reso possibile, da sempre, la nascita e la crescita delle civiltà.
 
Questa la strategia della distruzione contrabbanda come “becero razzismo di un popolino scomposto e ignorante dal cuore di pietra che mai sanguina”, il sacro diritto di essere padroni in casa nostra.
 
I nuovi negrieri manovrati da “menti oscure” utilizzano questa merce umana per procurare profitti ai signori del denaro. L’iniezione di questa manovalanza a basso costo per abbattere i cosiddetti costi del lavoro crea soltanto, nei territori di accoglienza, disoccupazione, delocalizzazioni e disordine delinquenziale. Nei territori di origine, guerre, sottosviluppo e destabilizzazione sociale, economica, culturale e politica.
 
Ogni comunità organica ha diritto a decidere e a costruire essa stessa, nella sua terra, il proprio futuro.
 
La civiltà non si sradica né si esporta: è il cammino autodeterminato di ogni popolo.
 
La forzata integrazione, la forzata acculturazione, crea soltanto emarginazione e conflitti sociali.
 
La nobiltà dell’uomo e la nobiltà del lavoro
 
Ogni realizzazione dell’uomo, ogni creazione manuale ed intellettuale dei nostri popoli, va gelosamente protetta: si tratti della cultura o della mozzarella, dell’acciaio o del vino.
 
Rifiutiamo di importare ciò che già da noi si produce, in abbondanza e di qualità.
 
Rifiutiamo ogni modello monoculturale di massa che il laboratorio della distruzione vuole imporre per dividere uomini e popoli e così assoggettarli alle leggi del profitto e dell’usura: dall’ipermercato h24 all’informazione unica e manipolata, dalle armate neocoloniali alla “giustizia universale”, dalla moneta unica alla lingua unica.
 
Noi e la nostra terra possiamo già soddisfare ogni necessità sociale, industriale, agricola, politica e intellettuale.
 
E’ vitale restituire all’uomo la sua centralità nella vita, nel lavoro e nell’economia. L’uomo, il lavoratore, il produttore, non più numero o consumatore, deve tornare ad essere attore ed artefice della propria esistenza, del proprio benessere e del proprio futuro. Non più mercificato e sfruttato. Non più inconsapevole strumento dell’arricchimento della ristretta oligarchia dei signori del denaro, la stessa che guida le multinazionali, le banche, la globalizzazione e la politica del Debito Infinito di uomini e nazioni. Globalizzazione e mondializzazione da noi mai voluta, ma certamente subita!
 
Un’oligarchia senza volto, che utilizza i suoi camerieri imposti alla guida dei governi e degli Stati, che si nasconde dietro i suoi delegati di Wall Street e della City e che distrugge l’economia reale con vergognose speculazioni finanziarie, privatizzazioni-rapina, liberalizzazioni-truffa, delocalizzazioni e deregolamentazioni.
 
Un’oligarchia senza volto che si maschera dietro impenetrabili trust e impone miseria per tutti, con la flessibilità, la precarietà e la mobilità del lavoro. Che spegne ogni scintilla di iniziativa imprenditoriale non conforme agli interessi della lobby globalista.
 
Un’oligarchia che si ingrassa di eterne cedole e di tassi usurai imposti alle nazioni con inique tassazioni emanate da “governi tecnici” nominati ad hoc.
 
Soltanto riprendendo nelle mani il suo futuro, il popolo, potrà liberarsi dalle catene dell’attuale servitù. Con ogni mezzo.
 
Tutto deve essere ridiscusso.
 
L’imposizione di una società multietnica.
 
I trattati di servaggio internazionale.
 
Le leggi capestro sulla proprietà della moneta, che non può che essere dei popoli e non, come oggi, di banche d’affari “anonime”.
 
Le norme liberticide: quelle che comprimono le libertà dell’uomo, rapinano il futuro ai giovani e quelle che soffocano l’economia produttiva ad esclusivo vantaggio di speculatori e finanzieri internazionali.
 
La struttura elefantiaca e inefficiente dei mille organi istituzionali – amministrativi, governativi, legislativi e giudiziari – non più strumenti del contratto sociale e degli interessi del popolo, ma autoreferenziali e al tempo stesso sudditi di caste interne e di poteri transnazionali.
 
Tutto nell’interesse di tutti
 
E’ tempo di rovesciare il piatto avvelenato che il laboratorio della distruzione impone.
 
E’ tempo di rivendicare con orgoglio la nostra diversità e unicità. Gelosi delle nostre autonomie e delle nostre tradizioni.
 
Roma, Parigi e Mosca non sono né la New York delle banche né la Bruxelles dell’eurocrazia.
Arte, cultura, storia, genio, solidarietà e civiltà sono radicate nelle nostre terre e nelle nostre genti.
 
La nostra identità vive anche delle nostre case, delle nostre strade, delle nostre campagne, della nostra opera, della nostra memoria. Non può essere accettato alcun attacco speculativo o fiscale contro questi valori primari. E quando prone e assenti istituzioni latitano dai loro doveri di tutela, è nostro compito e obbligo civile sostituirle con un impegno in prima persona.
 
E’ il momento di riaffermare la sovranità di ogni nazionalità.
 
E’ il momento di stracciare tutti i pezzi di carta che altri hanno scritto e sottoscritto a nostro nome e a nostro danno.
 
E’ il momento di riproporre il vero contratto sociale tra i cittadini e i loro rappresentanti, di costruire uno Stato strumento del popolo e non soggetto a caste interne ed oligarchie apolidi.
 
E’ il momento di farla finita con la cosiddetta “unione europea” che altro non è che la cinghia di trasmissione dei diktat del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, delle sue Banche Centrali, della grande finanza e delle multinazionali.
 
E’ il momento di riaffermare il sacro diritto dei popoli all’autodeterminazione.
 
E’ il momento di riunire in un solo corpo vivente, in una potente alleanza, i popoli che da sempre condividono lo stesso destino, da Dublino a Vladivostok.
 
E’ il momento di una Lega di terra e di popolo.
 
E’ vitale costruire rapidamente e attivare una Lega Nazionale.
 
Per aggregare rapidamente ogni energia, ogni forza italiana orgogliosa della nostra comune memoria, della nostra storia, della nostra gente, della nostra cultura e pronta a riprendere la strada del virtuoso cammino un destino comune.
 
Per mandare a casa definitivamente i distruttori della nostra patria comune e i parassiti loro camerieri, tutti vergognosi esportatori di “democrazia” a colpi di guerre e di odio.
 
Per riprenderci le nostre vite, la nostra dignità, i nostri sogni, la famiglia, la natura, le amicizie, le risate e quindi un lavoro che ci permetta tutto ciò e non al loro posto.
 
Per restituire ai giovani il diritto-dovere di riconquistare, in una scuola “seconda famiglia” e maestra e palestra di vita, la migliore educazione e istruzione nazionale. Con la libertà di dissentire dal pensiero unico, con il confronto diretto tra tesi contrapposte e con l’ausilio di ogni nuova tecnologia.
 
Per spazzare via ogni deviazione multiculturale, predicata dalle varie chiese, propagandata dai media asserviti e tesa soltanto alla massificazione del genere umano in un indistinto e “tollerante” caos di teatranti, mimi e schiavi.
 
Per uscire dai patti capestro di sudditanza politica imposti dalla cosiddetta “unione europea”, dall’Alleanza Atlantica e dall’alta finanza – dal Trattato di non proliferazione nucleare alla Corte internazionale di Giustizia, al fiscal compact fino al prossimo Trattato commerciale transatlantico – sottoscritti ai danni di ogni popolo d’Europa e combattere ogni strategia di deregolamentazione economica, meticciato culturale ed esproprio militare della nostra sovranità nazionale.
 
Per aggregare tutte le entità nazionali europee, da Dublino a Vladivostok, su una via comune di progresso e di destino culturale, economico, scientifico, politico e militare.
 
Per un’Europa dei Popoli.